Home Società ed eventi LA COMUNITÀ E IL SUO SIGNIFICATO AL FESTIVAL DELLA MENTE DI SARZANA

LA COMUNITÀ E IL SUO SIGNIFICATO AL FESTIVAL DELLA MENTE DI SARZANA

by Redazione

Vi abbiamo parlato della collaborazione, e quindi del nostro impegno, con la Comunità di Sant’Egidio in occasione della festa di compleanno in ricordo di Francesca. L’impegno a intervenire con progetti educativi nelle aree più povere dell’Africa. Andrea Riccardi, storico e saggista fondatore della Comunità di Sant’Egidio, partecipa venerdì prossimo al Festival della mente di Sarzana (La Spezia), che si svolgerà dal 31 agosto al 2 settembre. Un evento culturale di primo piano con oltre 60 relatori italiani e internazionali, 39 appuntamenti tra conferenze, laboratori, spettacoli e lectio divulgative aventi come focus temi sociali. Al centro la comunità in senso generale e il suo significato, partendo dall’antichità. Un focus che anche per noi, che siamo una onlus che opera nel sociale, è importante. Come è importante una riflessione sul Noi che completa l’Io: è nel gruppo che l’Io si realizza  e trova il suo senso. Comunità, da communitas, rimanda a una legge della cura reciproca. Possiamo ipotizzare un ritorno alla comunità, oggi, in piena globalizzazione e perdita di intelligenza collettiva? L’intervento di Andrea Riccardi si intitola “Comunità o l’eclissi del noi” e ve ne parleremo dettagliatamente nel prossimo articolo. Le domande che ne scaturiscono sono diverse. Comunità è una risposta concreta all’origine di reti e solidarietà? È ricordo nostalgico del passato o visione del futuro? Cosa significa oggi comunità, quando le popolazioni si spostano e nascondono inedite convivenze tra persone di storia, etnia, religione diversa? Ad Andrea Riccardi spiegarlo nella sua lezione.

Vi segnaliamo alcuni fra gli altri interventi imperdibili. Jan Brokken, scrittore, giornalista e viaggiatore olandese partendo dall’analisi del suo libro Jungle Rudy discute su comunità e solitudine, della possibilità di rimanere se stessi in un mondo che obbliga alle relazioni, di avventura, viaggio, individualismo e condivisione sociale. Jan Goldin, professore di Globalizzazione e Sviluppo all’Università di Oxford, sposta il focus sul nuovo Rinascimento: i cambiamenti avvenuti nel Rinascimento sono paragonabili a quelli che stiamo vivendo con l’avvento di Internet e della digitalizzazione, con la sperimentazione nel campo della robotica, con il miglioramento della qualità della vita e l’aumento della sua aspettativa. Ma in tutto questo si annidano dei rischi sistemici per le fondamenta della comunità. La scrittrice Maryam Madjidi, iraniana, vincitrice del Premio Goncourt, incentra la sua lezione sulle radici ritrovate. Radici che possono essere fardello o risorsa inesauribile. Classe 1980, studi di Lettere alla Sorbona, viaggi tra la Cina e la Turchia, al ritorno in Francia si mette a insegnare francese ai detenuti. Altro intervento da non perdere è quello di Mario Cucinella, fondatore di uno studio di architettura con grande attenzione ai temi di sostenibilità e impatto ambientale degli edifici. Nel 2012 fonda Building Green Future, organzzazioe no-profit che si occupa di integrare architettura sostenibile ed energie rinnovabili per migliorare le condizioni di vita e l’accesso alle risorse nei paesi in via di sviluppo. Qui il focus è sull’architettura come azione politica e strumento di rilancio dei territori. Con la scrittrice pakistana Kamila Shamsie si parla di comunità musulmana e ci si interroga su fede, famiglia e società. Perché abbiamo bisogno di raccontare le storie antiche? Cosa ci insegna l’Antigone ai tempi dell’Isis? Durante il festival uno spazio sarà riservato anche alla Compagnia della Fortezza, il gruppo teatrale fondato 30 anni fa all’interno del carcere di Velletri da Armando Punzo, regista e drammaturgo. Attori sono i detenuti, cui il progetto culturale ha regalato una nuova vita all’interno di uno degli istituti di reclusione più duri, con pene dai dieci anni in su. A Punzo analizzare la comunità segreta e il teatro che crea una terza via: quella di una comunità libera in carcere. Con Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, si discute sui miti di oggi, su un immaginario che domanda di essere realizzato perché mette in circolazione sogni e desideri, spostando sempre più in là le frontiere del possibile.

Un festival da 15 anni dedicato alla creatività e alla nascita delle idee, per riflettere sull’attualità, sulla storia e sulle tendenze della nostra società. Già Aristotele definiva l’uomo “animale sociale”, ma è stato Zygmunt Bauman con il suo Voglia di comunità (Laterza) la fonte di ispirazione. Nel libro Bauman analizza la perdita dei confini dell’attuale società liquida e la conseguente difficoltà a conciliare sicurezza e libertà.  Non mancano spazi dedicati ai più piccoli. Per la costruzione di comunità migliori bisogna partire dai bambini e con essi dall’idea di futuro. Bambini che sono protagonisti di laboratori per scoprire il valore della diversità. Saranno poi gli scienziati Carlo Alberto Redi e Manuela Monti a spiegare perché l’educazione all’altruismo garantisca lo sviluppo di una nuova democrazia, quella cognitiva.

 

 

 

You may also like